Biblioteca Labirinto

Racconto di Antonio Gaeta
Musica e parole sparse di Subsonica

I seminterrati della Biblioteca sono un posto fuori dallo spazio e dal tempo. Si narra che impiegati della prima ora, inviati alla ricerca di un libro, siano rimasti lì sotto per tre giorni completi, e addirittura che qualcuno ci vaghi ancora fin dal lontano 1920.
Io c’ero stato la prima volta con Danilo, proprio alla ricerca di Armando.
Di primo acchito mi ha dato l’impressione di un labirinto, sporco, con poche luci, ingiallite dalla polvere e dagli acari dei libri, grande un centinaio di chilometri, dal quale non si possa uscire.
Subito mi sono ripromesso di non perdere mai d’occhio il mio accompagnatore. Dopo pochi passi e un paio di curve tra gli scaffali avevo pure pensato di tirare un filo dal maglione e lasciarlo sfilare come quello di Teseo ed Arianna.
Ma la mia Arianna mi aveva lasciato, e aveva pure reciso quel filo!
Così, col pensiero alla mia amata che mi aveva abbandonato, nel giro di qualche minuto, mi sono perso.
L’avevano fatto a posta, per poi balzare da dietro una mensola facendomi buuu.

Il labirinto bianco, senza luci colorate, grande un centinaio di chilometri, dal quale non si possa uscire, nasconde un mare di scaffali e libri e riviste e quotidiani di inizio secolo e gazzette ufficiali e romanzi di premi nobel, accanto ad altri di autori sconosciuti e stampe varie, catalogati senza una distinzione apparente e chiara, dove tutto ciò che inquadri ha un senso sfocato, e non si capisce qual è l'angolazione per orientarsi. Un labirinto bianco senza luci colorate grande un centinaio di chilometri dal quale non si può uscire.
Cercando qualcosa, magari un libro che forse sta a pochi centimetri da te, magari l’indicazione di un’uscita di sicurezza, una via di fuga, quella che cerchi e vorresti trovare subito per poter uscire da lì. Avanzi senza trovare la forza di fermarti, mentre stai già scappando, mentre non riesci a spingerti più a fondo. Ora che stai correndo vorresti che lei fosse lì con te. Vorresti trovare la forza di voltarti, perché, se lei sta svanendo tu non ci riesci a spingere più a fondo. Ora che sei sotto il mondo, e sotto la biblioteca, vorresti che fosse qui.
Vorrei che tu fossi qui!
Un labirinto bianco senza luci colorate grande un centinaio di chilometri dal quale non si riesce ad uscire.
Non c'è luce né direzione là giù. Cerchi un suono, un rumore di qualcosa che si muove. Viaggi nel vortice di un labirinto bianco senza luci colorate grande un centinaio di chilometri dal quale non si riesce ad uscire. Familiarizzi con le oscurità, con lo sguardo allinei libri su scaffali, dentro labirinti di scaffali lugubri, senza specchi, ossessionato dalla polvere che risiede in un luogo senza aria. Ti ritrovi nelle mani un libro bianco, senza foto colorate, grande un centinaio di pagine dal quale non si possa evincere alcuna metafora. Confondersi, disperatamente perdersi, nascondersi clandestinamente, immergersi in un labirinto bianco senza luci colorate grande un centinaio di chilometri dal quale non si possa uscire. Buuuuuuuu!!!

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